Questo spazio, pensato per ospitare preghiere e celebrazioni della nostra parrocchia, dopo la novena di Natale, offre un appuntamento importante.
Non potevano lasciarci sfuggire l’occasione proposta da p. Franco di una scuola di preghiera, uno spazio per tutti coloro che vogliono imparare a pregare.
Pur rimanendo prioritaria ed essenziale l’esigenza di FARE ESPERIENZA di preghiera, pensiamo di fare cosa gradita pubblicare, di volta in volta, le sue ‘lezioni’.
Sussidi di riferimento
- I testi sulla scuola di preghiera di p. Andrea Gasparino (cfr. http://www.qumran2.net).
- P. Alberto Fornara, Pregare: perché?, in “Vi ho chiamato amici. Introduzione alla preghiera Teresiana”, Provincia Ligure O.C.D., 2000.
Introduzione
Sui sentieri della gente
Io non capivo cos’era la preghiera ed a cosa potesse servire mettermi a pregare.
Vedevo alcuni che amavano pregare e mi chiedevo cosa trovavano nel suo esercizio.
Facevo tante cose e pensavo che esse bastassero per poter dire di non stare a vivere inutilmente o invano. Ma la preghiera…a cosa poteva servirmi la preghiera?
Un giorno incontrai un saggio. Non ero andato a cercarlo; lo incontrai per caso.
E fu così che, avendolo vicino, volli chiedergli perché esiste la preghiera ed a cosa può servire mettersi a pregare.
Il saggio mi guardò, fece un momento di silenzio, poi cominciò a parlarmi. “A cosa serve la preghiera?
Vedi quell’albero laggiù? Così forte e maestoso con i suoi rami antichi e le sue foglie verdi! Ma cosa sarebbe quell’albero se non avesse le radici conficcate saldamente nella terra che gli regala l’energia della sua linfa?
Vedi quella sorgente che getta con un canto fresco la sua acqua? Cosa sarebbe se essa non fosse legata alla viscere della roccia e se nella roccia non entrasse l’acqua che regala il cielo?
Questa è la preghiera ed a questo serve la preghiera: perché tu sia albero e tu sia sorgente.
Hai mai visto una barca scorrere sull’acqua con la sua vela gonfia di vento? Dove potrebbe andare quella barca se il vento non le desse il suo vigore?
Ti sei mai fermato a vedere le stelle splendere nella notte? Ma se esse non avessero la luce che le incendia, come potrebbero illuminare la tua notte ed essere un riferimento per il viandante?
Questa è la preghiera: è il vento che ti da vigore e la luce che ti fa brillare”.
Poi il saggio mi mostrò una madre che stringeva al petto e cullava il suo bambino e gli parlava dolcemente. Allora il saggio disse: “Come potrebbe mai quella donna aver cura del suo piccino se non avesse amore nel suo cuore e cosa ne sarebbe di quel piccino se non fosse amato da sua madre?
Questa è la preghiera: è l’amore che ti cura e che ti avvolge!”
La voce del Maestro
Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto lo toglie, e ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto.
Rimanete in me ed io in voi.
Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimante in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, cos’ì anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
(dal Vangelo secondo Giovanni 15, 1-9)
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