La pubblicazione sul sito della notizia degli scandali sugli abusi sessuali commessi da uomini di chiesa e della possibilità di leggere la lettera inviata dal papa ai fedeli irlandesi, ha avuto riscontro tra i nostri visitatori e questo ci fa piacere perché, come abbiamo scritto fin dall’inizio di questo nuovo impegno pastorale su internet, non ci saremmo accontentati di fornire gli avvisi sulle attività della parrocchia ma avremmo voluto offrire una finestra più ampia partendo dal territorio fino a raggiungere il mondo intero.
Vista la grandissima risonanza avuta sui media di tutto il mondo, è molto difficile offrire un quadro complessivo; ci fermiamo a segnalare due collegamenti: il primo è un articolo tratto da Avvenire del 13 marzo 2010 che presenta la ‘procedura’ messa in atto dalla chiesa, per bocca dello stesso “pm” vaticano.
Il secondo è il blog magisterobenedettoxvi.blogspot.com che ha pubblicato uno speciale che raccoglie molta rassegna stampa sulla pubblicazione della Lettera del papa.
Per chiarire quanto segnalato da Claudio nel suo messaggio, diciamo che l’incipit della notizia pubblicata sul nostro sito è tratto dal lancio che il Servizio di Informazione Religiosa ha fatto nell’occasione della pubblicazione della lettera del papa.
Questo è l’inizio delle parole di Benedetto XVI: “Cari fratelli e sorelle della Chiesa in Irlanda, è con grande preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale. Come voi, sono stato profondamente turbato dalle notizie apparse circa l’abuso di ragazzi e giovani vulnerabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda, in particolare da sacerdoti e da religiosi. Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati”. [leggi tutto]
Nel ringraziare tutti i lettori, vi chiediamo di intervenire sull’argomento con il massimo rispetto per le posizioni espresse da tutti e, dove sia possibile, indicare le fonti delle notizie riportate. Vi invitiamo a condividere sul forum del nostro sito le vostre riflessioni inviando una e-mail.
Carissimo Parroco,
ho con piacere visto che dalla home del sito della nostra Parrocchia, si offre la possibilità di accedere alla lettera pastorale del Papa alla comunità cattolica irlandese.
Mi sembra opportuno e positivo per tutti noi, accedere senza alcun intermediario mediatico alla lettera, e fare proprie le dovute ed opportune considerazioni.
Quello che mi lascia comunque perplesso, è come al solito uno strano atteggiamento 'vittimistico': “…In questi giorni un'onda mediatica sembra voler colpire tutto e tutti…”
Personalmente NON mi sento colpito, anzi sono sinceramente contento che forse una presa di coscienza da parte della Chiesa venga fatta.
A mio modestissimo avviso, anche se in maniera tardive, qualche cosa è successo.
Come ben sai lo scandalo della pedofilia nella Chiesa di Irlanda (la cattolica Irlanda) nasce da ben due rapporti governativi (Ryan e Murphy). Successivamente sono scoppiati casi in Germania, Olanda, Svizzera e Austria.
Il rapporto Murphy è stato pubblicato nel 2009 ed ha portato alle dimissioni di tre vescovi.
Il problema esiste, delle colpe ci sono state e forse qualcuno l’ha fatta anche franca.
Degli abusi si risponde davanti a Dio, ma anche davanti alla comunità civile e nei tribunali.
La responsabilità delle proprie azioni, riguarda anche l’omessa vigilanza.
NON ci si salva volgendo lo sguardo altrove o invocando il vittimismo di comodo.
E’ vero, mai nella Chiesa (così ha detto il portavoce vaticano p. Lombardi) c’è stato un documento così forte, ma è fin troppo chiaro che questa era ed è la strada obbligata.
Ti saluto con simpatia.
Claudio Pavan
Condivido in pieno le tue riflessioni, l'unica cosa che mi permetto di aggiungere, e ti assicuro che non è vittimismo è che, dal tempo di Giovani Paolo II, solo la chiesa chiede perdono.
Quando durante il Giubileo il Papa chiese perdono, aggiunse: "speriamo che anche altre persone di buona volontà abbiano il coraggio di chiedere perdono...".
Le stiamo ancora aspettando! Per guerre, genocidi, torture, lager, gulag, assassini di massa e via dicendo, ancora nessuno ha chiesto perdono... Anche sulla pedofilia, a parte il problema Irlanda, che è spaventoso, stanno tirando fuori episodi di cinquant'anni fa (alcuni anche con la condanna esemplare dei colpevoli) e solo episodi che riguardano la chiesa.
La pedofilia è sempre esistita (in Olanda c'è un movimento che si batte per il suo riconoscimento); è vero che nella chiesa i singoli episodi venivano sottovalutati (uno veniva trasferito perché aveva dato scandalo).
Un modo infantile come approccio al problema, ma io mi chiedo (ecco perché il Papa parla "forse" di attacco mediatico) perché si parla sempre e solo della Chiesa?
In Austria, tanto per fare un esempio, i casi accertati di pedofilia negli ultimi dieci anni sono stati 527, di cui 17 ad opera di ecclesiastici. Perché si parla solo di questi 17 casi? Gli altri 510 riguardano pastori protestanti, ebrei, musulmani, professionisti, professori, educatori sportivi, addirittura genitori e via dicendo.
E' questo che fa pensare che si voglia colpire più in alto, e che la pedofilia sia solo una scusa o un mezzo per attaccare la chiesa, soprattutto nei suoi capi, Papa e Vescovi.
Ti ripeto può sembrare vittimismo, ma a me qualche dubbio viene.
Preghiamo che la nostra amata Chiesa possa superare anche questo difficile momento, causato dall'infedeltà dei suoi pastori.
Un abbraccio.
P. Lucio, parroco
Si è fatto un gran parlare in questi giorni sui media della vicenda della pedofilia, che ha coinvolto sacerdoti e consacrati d'Irlanda, con toni talora spropositati anche dopo la lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici di quel paese.
Da parte mia, premessa la gravità delle colpe degli autori di questi fatti e l'inadeguatezza degli interventi da parte delle autorità ecclesiastiche d'Irlanda, non ritengo appropriato il richiamo al "vittimismo", solo perché per parte cattolica si è sottolineato il coraggio di ammettere le proprie responsabilità per la gravità dei fatti accaduti, precisando, correlativamente, la persistente indifferenza, la chiusura ad una autentica esperienza del perdono da parte delle autorità secolari per le grandi tragedie storiche che hanno caratterizzato il Novecento, e non solo. I dati riportati dal nostro parroco ci aiutano a contestualizzare meglio...
Riconoscere la proprie colpe è un segno di maturità, è espressione visibile del limite che caratterizza la natura umana, imperfetta e sempre volta a formare la coscienza, a renderla oggetto di continua conversione alla verità e al bene, è insomma un servizio reso alla verità.
Non si comprende, rectius non comprendo, il perché l'invito della Chiesa a riflettere sulle gravi tragedie commesse dall'uomo, auspicando e favorendo un'apertura al perdono, dovrebbe leggersi come un atteggiamento "vittimistico", e non piuttosto un incoraggiamento alla Verità.
La Chiesa, fedele alla missione che Le è stata affidata, annunzia e insegna da sempre in modo autentico la verità, con fermezza ne dà testimonianza quando chiede "perdono" per i propri figli che sono andati contro il Vangelo.
Quindi non "vittimismo", bensì servizio per la libertà <<nella>> Verità: missione questa che la Chiesa ha sempre svolto attraverso l'amore.
Non intratur in veritatem nisi per caritatem, S. Agostino.
A tutti auguro una Santa Risurrezione con Gesù nella vita della Sua Volontà Divina.
Massimiliano Tedeschi