Giovedì 4 ottobre 2018 abbiamo avuto la gradita visita del nuovo Vescovo del Settore Est, Mons. Giampiero Palmieri che, dopo aver incontrato nel pomeriggio i ragazzi che si apprestano a ricevere il sacramento della Cresima, in serata si è intrattenuto con il Consiglio pastorale parrocchiale e altri operatori.
Al centro del dialogo, il cammino che la Diocesi sta percorrendo sulla scia di quanto voluto da papa Francesco, un cammino che ha come paradigma il libro biblico dell’Esodo, che vuol rileggere nell’esperienza di oggi la stessa condizione degli ebrei che “…sì, avevano la pancia piena, ma erano schiavi in Egitto…”, che rivela anche la nostra schiavitù, la nostra frammentazione e che deve condurci a rinnovare quell’alleanza con il Signore che ci rende liberi.
Cammino che durerà sette anni e che è iniziato lo scorso anno con la presa di coscienza e la denuncia delle malattie spirituali che attanagliano la comunità cristiana di Roma: tra quelle maggiormente indicate negli incontri con il clero e i laici, lo scoraggiamento e stanchezza - non solo fisica - che ha portato ad esaurire l’entusiasmo e la novità del Concilio per approdare ad una pastorale di mera sopravvivenza se non di vera e propria chiusura.
Quest’anno siamo chiamati a “rimetterci in moto”, a riscoprire lo slancio missionario e lo faremo ripartendo dalla domanda: “dove sei?”.
Da questa domanda scaturisce un cammino che prevede tre grandi tappe: la memoria, la riconciliazione e l'ascolto del grido della città.
La prima tappa, una riflessione sulla memoria e sulla storia della nostra comunità, ci prenderà fino a Natale (sullo sfondo del testo-base in cui si narra la storia della diocesi di Roma dal dopo-Concilio ad oggi). La preoccupazione che ci deve guidare nel riflettere insieme non è quella di una precisa ricostruzione dei fatti, ma di fare una lettura di fede, sapienziale, di ciò che abbiamo vissuto in questi anni: in che modo il Signore ci ha guidati? Tutte le parrocchie, comunità, associazioni sono invitate a “scrivere” una propria storia del cammino fatto in questi anni, una storia della loro comunità. Lo possono fare semplicemente in una serata di preghiera e di condivisione della memoria a cui tutti sono invitati, o anche nella forma di una mostra, di un video, ecc…
La seconda tappa è la riconciliazione e ci condurrà alla Pasqua. Le due esperienze fondamentali, da vivere in parrocchia, sono gli esercizi spirituali al popolo, in Quaresima e una liturgia penitenziale da vivere prima o durante la settimana santa. Sperimenteremo di essere tutti accomunati dalla debolezza e dalla misericordia, di non doverci nascondere a Dio e agli altri, ma di poter contare sull’apertura di cuore dei fratelli.
La terza tappa - l’ascolto del grido che sale dalla città - verrà quest’anno soltanto abbozzata. Prenderà l’avvio dall'incontro con il Papa che ci sarà a maggio e che ci inviterà ad ascoltare il grido della città e a vivere oggi quei due grandi “sì” che sono nel secondo capitolo di Evangelii gaudium: “sì” alla spiritualità missionaria, (78-80) “si” alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo” (87-92): la Chiesa vive la rivoluzione della tenerezza nei quartieri perché si fa vicina a ogni essere umano. Vivremo poi la celebrazione diocesana della Veglia di Pentecoste, dove come Mosè davanti al fuoco ardente, al roveto ardente dello Spirito, siamo invitati a toglierci i sandali e andare in missione.
L’incontro si è sviluppato con vari interventi dei partecipanti sui contenuti del cammino e su come poterlo realizzare nella nostra parrocchia.
Da sottolineare anche due temi che sono venuti alla ribalta durante il confronto e che ci interpellano a fare qualcosa di concreto: l’accompagnamento dei giovani e delle nuove famiglie.