Le notizie apparse sul sito nei giorni dell'elezione del nuovo Papa ...con qualcosa in più!
23 marzo 2013
«Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza». Lo ha ripetuto due volte papa Francesco, nell'omelia della Messa di inizio Pontificato, presiedendo sul sagrato della Basilica di San Pietro l'Eucaristia.
«Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza» ha spiegato. «Nei Vangeli, san Giuseppe - ha ricordato - appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, di amore».
E nel finale le parole del Papa hanno tratteggiato il ruolo e il compito del Vicario di Cristo, richiamandosi a quell'esortazione che tanto aveva colpito i cuori «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri», pronunciata nella aula Paolo VI in occasione dell'udienza coi giornalisti. «Come san Giuseppe - ha detto - così il Papa deve allargare le braccia per custodire tutto il popolo di Dio, partendo dai più poveri».
«Non dimentichiamo mai che il vero potere - ha osservato papa Bergoglio - è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce».È questo il messaggio che il nuovo Pontefice, Francesco, ha consegnato alla Chiesa universale.
Anche il Papa, ha affermato, «deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere».
19 marzo 2013
Padre Lombardi si è soffermato sullo scudo del nuovo Pontefice, che è il suo stemma anteriore scelto fin dalla sua consacrazione episcopale.
Lo scudo blu è sormontato dai simboli della dignità pontificia, uguali a quelli voluti dal predecessore Benedetto XVI (mitra collocata tra chiavi decussate d’oro e d’argento, rilegate da un cordone rosso). In alto, campeggia l’emblema dell’ordine di provenienza del Papa, la Compagnia di Gesù: un sole raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere, in rosso, IHS, monogramma di Cristo. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi in nero. In basso, si trovano la stella e il fiore di nardo. La stella, secondo l’antica tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa; mentre il fiore di nardo indica San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Nella tradizione iconografica ispanica, infatti, San Giuseppe è raffigurato con un ramo di nardo in mano. Ponendo nel suo scudo tali immagini, il Papa ha inteso esprimere la propria particolare devozione verso la Vergine Santissima e San Giuseppe.
Il motto "Miserando atque eligendo" (Con sentimento di amore e lo scelse), è tratto dalle Omelie di San Beda il Venerabile, commentando l'episodio evangelico della vocazione di San Matteo. Questa omelia rivesta un significato particolare nella vita e nell'itinerario spirituale del Papa. Infatti, nella festa di San Matteo dell'anno 1953, il giovane Jorge Bergoglio sperimentò, all’età di 17 anni, in un modo del tutto particolare, la presenza amorosa di Dio nella sua vita. In seguito ad una confessione, si sentì toccare il cuore ed avvertì la discesa della misericordia di Dio, che con sguardo di tenero amore, lo chiamava alla vita religiosa, sull'esempio di Sant'Ignazio di Loyola.
16 marzo 2013
Fin dalla prima apparizione sulla Loggia delle benedizioni in san Pietro, Papa Francesco ha voluto ribadire che: «La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo» e ci ha tenuto a sottolineare questo ‘legame’ speciale volendo accanto a sè, il cardinale vicario, Agostino Vallini: «Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi cominciamo e nel quale mi aiuterà il mio cardinale vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella».
La Capitale è stata, da subito, il primo pensiero di papa Bergoglio e nel primo giorno del pontificato, ecco la visita a Santa Maria Maggiore per una preghiera alla Vergine; al suo fianco ancora il cardinale vicario Agostino Vallini che, in messaggio diffuso a tutta la Diocesi, gli ha espresso tutto l’amore e la vicinanza della Chiesa di Roma: «Al Papa Francesco, all’atto dell’obbedienza dopo l’elezione nella Cappella Sistina, ho promesso fedeltà e affetto anche a nome di tutti voi: vescovi ausiliari, sacerdoti, diaconi, consacrati e laici. Gli ho assicurato – scrive il vicario - che la Chiesa di Roma sarà a lui vicina, non gli farà mancare il calore filiale, accoglierà con fede e docilità la sua guida e lo sosterrà nel portare il formidabile peso che il Signore gli ha messo sulle spalle».
Nel testo si legge, inoltre, una riflessione sulla scelta del nome del Poverello d’Assisi: per il vicario del Papa è «un forte messaggio» e «annuncia lo stile e l’impronta del nuovo pontificato».
La città di Roma, «che ha sempre amato il Papa, sarà la prima – assicura il porporato - a seguire il suo Vescovo e a rispondere alla missione di far risplendere la fede e la carità, in maniera esemplare e con gioiosa vitalità».
15 marzo 2013
PAPA FRANCESCO
(Le confidenze de lo Spirito Santo)
Mentre stanno a discute in tonno in tonno
sur Papa da portà sur sagro sojo,
so’ annato zitto zitto ‘n capo ar monno,
e j’ho sfornato er Cardinal Bergojo.
‘Sto nome l’ho infilato piano piano,
tra un voto e l’artro senza fà rumore;
peccui se sò trovati tra le mano,
‘sto Papa, che de certo è un bon pastore.
“Francesco”: su ‘sta scerta nun m’immischio,
anzi j’ho detto: “su, mò tira er freno,
un nome più tranquillo, senza rischio…”
ma lui è annato dritto com’un treno.
Mò co ‘sto nome sulle spalle, hai visto
mai che riesce a raddrizzà er timone,
a mette tutti in fila dietro a Cristo,
e a sistemà magara er Cuppolone?
Per leggere le poesie dedicate al pontificato di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
13 marzo 2013
Al secondo giorno di Conclave i Cardinali hanno eletto, al quinto scrutinio, il nuovo Vescovo di Roma e 266º successore di san Pietro, è Jorge Mario Bergoglio che ha preso nome di Francesco.
«Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo...ma siamo qui».
Sono queste le prime parole che il primo Papa gesuita nella storia della Chiesa cattolica ha rivolto ai fedeli dalla loggia di San Pietro.
Ha poi rivolto una preghiera per il suo predecessore. «Preghiamo insieme per lui perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca», recitando un Padre nostro e una Ave Maria.
Ha poi proseguito: «Vi do la benedizione, ma vi chiedo un favore. Prima che vescovo benedica popolo, vi chiedo di pregate il Signore perché mi benedica. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me».
Infine si è congedato dai fedeli a piazza San Pietro: «Fratelli e sorelle vi lascio, grazie tante per l'accoglienza pregate per me e ci vediamo presto. Domani voglio pregare la Madonna perché custodisca Roma. Buonanotte e buon riposo».
Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, è nato in una famiglia di origine piemontese da Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro, ha studiato dapprima come tecnico chimico, poi in seminario, quindi nel 1958 è entrato a far parte come novizio della Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia.
Dal 1964 ha insegnato per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, ricevendo poi l'ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a provinciale dell'Argentina è stato rettore della facoltà di teologia e filosofia a San Miguel e, nel 1986, è stato in Germania per il completamento del dottorato, prima del ritorno in patria, nella città di Córdoba, dove è diventato direttore spirituale e confessore della locale chiesa della Compagnia di Gesù.
Il 20 maggio 1992 è nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca.
Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Dopo la nomina cardinalizia da parte di papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001 con il titolo di San Roberto Bellarmino, è stato eletto a capo della Conferenza Episcopale Argentina, dal 2005 al 2011, Bergoglio è stato da sempre considerato uno dei candidati più in vista per l'elezione a Pontefice nel conclave del 2005. [Wikipedia]