Pubblichiamo l’intervista a don Andrea Santoro, il parroco romano ucciso in Turchia lo scorso 5 febbraio, realizzata nel mese di gennaio da alcune ragazze del nostro gruppo degli adolescenti che lo hanno incontrato nell´ultima sua visita a Roma. L'intervista, spiegano le autrici, "è nata dal desiderio di noi ragazzi e ragazze di conoscere la testimonianza di don Andrea e approfondire delle realtà così distanti da noi".
Domenica 15 gennaio, nella nostra parrocchia di Santa Maria Regina Mundi, è venuto a trovarci don Andrea Santoro, l'unico sacerdote romano in missione in Turchia. Naturalmente noi del G.A.T. (Gruppo Adolescenti Torrespaccata) non ci siamo fatti sfuggire l'occasione per fargli alcune domande.
Cosa ha provato quando è stata accettata la sua proposta di andare in Turchia
come missionario?
Sono stato molto felice, perché era da molto tempo che aspettavo questa opportunità.
La seconda domanda che abbiamo posta riguardava il tempo che lui ha passato
in Turchia dove è stato missionario per cinque anni. Appena arrivato quali
sono state le sue prime preoccupazioni?
Come prima cosa mi sono preso cura della piccola comunità di cattolici, ma
anche dei musulmani che vivono lì e che mi ponevano vari quesiti sulla religione
cattolica.
Secondo don Andrea era molto importante avere dei buoni rapporti con tutti,
in particolare con i vicini di casa e i bambini che frequentano le scuole,
e lui si è impegnato ogni giorno per integrarsi sempre di più con questa società.
Cosa si aspettava di trovare in Turchia e cosa si è trovato di fronte?
Ho trovato una realtà cristiana abbastanza piccola, ma molto viva e presente;
invece per quanto riguarda il mondo musulmano ho incontrato difficoltà, ma
anche rispetto e gentilezza. Sapevo di incontrare, inoltre, un mondo diverso
da quello a cui ero abituato.
Continuando a parlare don Santoro ci ha detto però che in fondo le sue aspettative
erano state soddisfatte. Nell'arco di tempo in cui ha svolto la sua missione
ha trovato difficoltà per ambientarsi e per comunicare con il popolo turco?
All'inizio è stato un po' difficile per la lingua, per l'ambiente culturale
diverso, e un po' anche per la diffidenza iniziale dei cristiani, poiché erano
pochi e con una certa paura di manifestare apertamente la propria fede, anche
se poi il rapporto è diventato meraviglioso.
Al termine dell'intervista don Andrea ci ha voluto raccontare tanti altri piccoli eventi della sua vita, che si possono sintetizzare così: a 19 anni ho scoperto Dio. A 21 ho scoperto Gesù. A 24 ho scoperto la Chiesa. (A 60 anni - aggiungiamo noi - ha dato la sua vita per Gesù). Molto importante nel mio percorso di fede è stato il primo pellegrinaggio a Gerusalemme.
Grazie a questo incontro e alle risposte che abbiamo ricevuto da lui, siamo riusciti a conoscere un nuovo stile di vita, nuovi punti di vista, diverse credenze, ma soprattutto la voglia in don Andrea di diffondere la Parola di Dio sopra ogni altra cosa. Ora non può essere finito tutto con il suo sacrificio, ma ci auguriamo che il suo esempio possa far rinascere nuove speranze, soprattutto per la Chiesa in Turchia.
Alessandra e Claudia, 17 febbraio 2006
Link:
[esterno] sito curato da Don Andrea Santoro Finestra per il Medio Oriente dove trovate il suo Calendario Sinottico: ebraico, cristiano e islamico.
[esterno] sito dell'Associazione "Don Andrea Santoro" onlus. [vai al sito]