Da alcuni anni la nostra parrocchia promuove il premio letterario “Semo romani” dedicato ad opere di poesia in dialetto romanesco (in qualsiasi forma: stornello, sonetto, rima baciata, libera).
La manifestazione è curata dal Comitato per le feste patronali e dall’A.P.C.T., con il patrocinio del Centro Romanesco Trilussa e si articola in due sezioni: ragazzi e adulti.
Il concorso è arrivato alla terza edizione e da quest’anno è inserito tra quelli che concorrono ad eleggere il “Poeta romanesco dell’anno”, organizzato dal Centro Romanesco Trilussa.
L’iniziativa culturale si propone di far rivivere lo spirito di Roma negli abitanti del quartiere e trasmettere, attraverso il dialetto, alle nuove generazioni lo spirito autentico che caratterizza il popolo romano: arguto, accogliente, tollerante e laborioso.
Il tema di quest’anno era della massima attualità: “A sproposito de famija”.
Lunedì 28 maggio, nel cinema teatro della parrocchia, si è svolta la premiazione delle poesie presentate in concorso.
Erano presenti numerosi poeti del Centro Romanesco Trilussa, con il loro presidente, Porfirio Grazioli e il cantante Giorgio Onorato che ha dato ancora una volta prova delle sue doti cantando, senza accompagnamento, alcune canzoni del suo repertorio.
I poeti del Centro Romanesco Trilussa, l’attore e presentatore Angelo Blasetti e il Parroco, p. Lucio, hanno intrattenuto il pubblico con la lettura di poesie in dialetto romanesco e Porfirio Grazioli, presidente della giuria, ha letto una sua composizione scritta in vernacolo laziale e dedicata alla Madonna.
Commozione ha suscitato tra i presenti l’ascolto dell’incisione della canzone intitolata “Madonna fiumarola” dedicata alla Madonna de’ noantri, la Madonna di Trastevere, musicata sul testo poetico scritto dal parroco, p. Lucio.
Le poesie in concorso erano 20 per la sezione Adulti; per la sezione Ragazzi è stata presentata una sola composizione dalla quarta classe della scuola elementare “G. A. Marcati”, che era presente alla premiazione con la loro insegnante, Mariella Ruggiu.
Tanti e diversi i registri che i poeti, grandi e piccoli, hanno usato nelle loro composizioni per riflettere sulla famiglia: tragedia e umorismo, realismo e satira, devozione e sberleffo, cronaca e fantasia, crudezza e sentimentalismo si sono alternati, incontrati e scontrati in un dialogo rivelatore del sentire del popolo romano che, a volte volgare, apparentemente freddo e cinico, è pur sempre osservatore attento e appassionato del proprio tempo, pronto a coglierne le miserie ma anche le grandezze in una quotidianità che fluisce nella storia, in una lunga storia, quella di una città che non si vergogna di dirsi eterna.
Tutte le poesie sono state lette dagli autori presenti e premiate con una targa ricordo.
Tutte meritevoli di vincere ma una graduatoria andava fatta e alla fine sono risultati vincitori:
per la sezione Ragazzi:
la quarta elementare della scuola “Marcati” di via Rugantino, con la poesia “A sproposito de famija”;
per la sezione Adulti:
1° classificato, Giuseppe Bernasconi con la poesia “Più de cinquant’anni fa”;
2° classificato, ex aequo, Bruno Fiorentini, con “La famija allargata” e Paolo Zeppilli con “Er massacro de Novi Ligure;
3° classificato, Sergio Fuscà con “Io me domanno... er 'dico'”.
Tutte le composizioni le trovate a questa pagina.
Pubblico e poeti si sono dati appuntamento a settembre per la manifestazione che vedrà premiato il “Poeta romanesco dell’anno” e che si svolgerà a Torre Spaccata, nel teatro della parrocchia.
R.A.